Quando ero incinta mio marito mi aveva detto che non vedeva l'ora di condividere con il neonato la sua passione per la pesca. Io allora lo avevo guardato con un po' di compassione, ero ignara di quanto sarebbe successo esattamente un anno dopo... povera ingenua!

Mettetevi nei miei panni, così da capire la situazione. So che mi siete vicine in questa ricerca scientifica (vedi post  precedente "studio comparativo a doppio cieco").

Voi tornate dalla spesa sudate e stanche sentite una tranquillità incredibile in casa.
Un silenzio sospetto.
Brutto segno: il pargolo è rimasto da solo con papà, mentre facevate la spesa. Arrivate subito alle conclusioni più ovvie:
 

  1. Lo ha ucciso. (Il bimbo ha ucciso il papà, ovviamente)

  2. Sono morti entrambi. Soffocati nel barattolo della Nutella.

  3. Sono stati rapiti dagli alieni Grigi che li hanno usati per produrre OGM

  4. (più improbabile, ma non sapete a che santo votarvi) Stanno solo dormendo.

Siete pronte a tutto, ma non alla scena che vi si para davanti. E qui ricordate con orrore il vaticinio della PESCA! LA PESCA! “Quando nascerà voglio condividere con lui la mia passione per la Pesca...”

Ed ecco davanti a voi rivelarsi in tutto il suo cataclisma un quadro di Bosch: il trittico del paciugo delle delizie. Diviso in tre azioni.

Il paradiso terrestre: il bambino scopre la pesca sugosa che il papà gli ha donato mentre la mamma era fuori a fare la spesa. Il bambino ha guardato la pesca rotonda e intera e ha guardato il papà cercando di capire a nove mesi, con un solo dentino, cosa avrebbe dovuto farsene di una pesca intera.

Il giardino delle delizie: il bambino, non assistito dal genitore, ha provato dapprima a piantare la pesca proprio nel vostro materasso, per farne un giardino delizioso, con un torrentello cui abbeverarsi con il sugo di pesca matura. Il bambino si è sdraiato a leccare il rivoletto che scorre tra le pieghe del copriletto. E' dolce!

L'inferno musicale: dulcis in fundo, il bambino ha provato a rendere pescosi anche tutti i suoi giochi, che, nel lettone, lo circondano: la pianola elettrica, lo xilofono, il tamburo e le maracas. Questo quadro (degno di un'esposizione a Palazzo Reale a Milano) è perfino animato: il bambino sorridente vi porge la pesca, come nella conoscenza del bene e del male, mentre il suo papà sta lavorando sul computer di schiena. Ignaro del vostro arrivo. Ignaro dell'opera d'arte e della sua bellezza orrorifica.

Il papà si accorge della vostra presenza e, senza fare un plissè, vi saluta con una novità.

PAPA': Come va amore? Noi siamo andati benissimo. (Silenzio) Sai amore, ho scoperto che gli piacciono le pesch...

Voi incombete dietro di lui come l'Idra, con il fumo alle orecchie e la pelle dell'incredibile Hulk.

Dopo la sua battuta cadete in ginocchio.

La vostra faccia risponde con un'altra opera d'arte: L'urlo di Munch. (Spero che lo abbiate presente). Con un rallenty che sfiora il film d'azione vi lanciate su quello che un tempo era vostro figlio e che ora è un paciugo di bambino e pesca. Paciugo spalmato sul copriletto, paciugo spalmato sulla maglietta, pantaloncini,i calzini, body e pannolino. I pesca-capelli, di pesca il gatto, il parquet e pure i cuscini.

(Non vi racconto la parte violenta perchè non amo la violenza su mio marito)

Il bambino-pesca viene prontamente ed integralmente infilato parte in vasca da bagno e parte in lavatrice, mentre per la camera di pesca il papà è costretto a chiamare e pagare un'impresa di pulizie.

Il copriletto era ovviamente quello a cui tenevate di più e dovrete darlo alla Caritas.

Per contribuire al sostentamento del bambino pesca e della sua famiglia passate a salutarci anche su MDP E votateci ai MIA13

 

Ritratto di Francesca Sangalli

Posted by Francesca Sangalli