La scuola è cominciata, piccoli e grandi si apprestano a cominciare un nuovo anno, ad affrontare, come è normale per tutti, piccoli e grandi ostacoli. Ma quand'è che un genitore deve preoccuparsi di un bambino che lamenta una eccessiva fatica, per esempio nello scrivere?

I bambini che si apprestano ad apprendere questa nuova competenza sono impegnati nella decodifica fonema/grafema ed è quindi fisiologica una certa lentezza, sintomo di uno sforzo notevole che stanno compiendo per imparare ad automatizzare questa corrispondenza e il gesto grafico che accompagna la costruzione della letterina.

Alla fine della prima classe della Primaria l'automatizzazione almeno per quanto riguarda lo stampato maiuscolo è avvenuta, l'obiettivo per la seconda classe sarà di automatizzare e rendere fluido anche il corsivo. Il corsivo è un carattere molto importante perchè permette di scrivere velocemente, anche se all'inizio può sembrare più difficile trovare il giusto modo di 'legare' una lettera all'altra e più avanti, una volta automatizzato, ogni bambino lo personalizza.

Proprio in seconda possono sorgere problematiche riguardo al passaggio al corsivo, un'impugnatura scorretta o un'eccessiva pressione sul foglio possono fare il resto. A questi segnali si deve intervenire subito per due ragioni principali: perché con il tempo le richieste della scuola di scrivere sempre più velocemente non possono che peggiorare la situazione arrivando a far ritenere al bambino il compito di scrivere un'azione spiacevole e non naturale.
Per la fatica di scrivere bambini che avrebbero dei buoni spunti in creatività e ricchezza nei testi rinunciano a farla emergere perchè troppo faticoso per loro ampliare frasi e pensieri.

E quando oltre alla fatica la resa della scrittura in termini di leggibilità non è buona?

Quando oltre alla fatica, la scrittura non risulta leggibile, la sensazione di non essere efficace nonostante lo sforzo è per il bambino fonte continua di insicurezze e frustrazioni, a volte anche di rimproveri da parte delle insegnanti.

Nel secondo anno della Scuola Primaria si può ancora intervenire efficacemente sulle difficoltà di scrittura, ottenendo buoni risultati sulla fluidità del gesto e sulla corretta costruzione del grafema.

Una volta superata l'età della plasticità sarà più difficile intervenire, perché molti degli automatismi che costituiscono questo atto si saranno stabilizzati e nel frattempo il bambino avrà interiorizzato lo scrivere come compito spiacevole o da evitare quanto più possibile.

Non dimentichiamoci mai che la componente emotiva influisce molto nella scrittura, come in ogni sfera, la sensazione di inadeguatezza è pericolosa nei primi anni di Scuola, mina l'autostima e rende l'apprendimento faticoso.

 

Silvia Campanella, psicomotricista

Ritratto di Silvia Campanella

Posted by Silvia Campanella