Il divario tra scuola e genitori pur se triste esiste. A guardare con la lente d'ingrandimento sembrerebbe che gli uni e gli altri  vogliano colmare questi abissi.

Eppure, come succede in tanti altri ambiti, passa il tempo e nulla cambia.

La scuola pubblicizza in open day fantastici la partecipazione e il coinvolgimento delle famiglie ma, tradotto in pratica, se tuo figlio si è dimenticato la merenda a casa e gliela porti, il collaboratore (bidello) ti apre con un ghigno traverso sul viso :"Dica signora!" e tu, con educazione quasi implorante gli stendi il pacchetto e strisciando le scuse più teatrali che riesci a produrre te ne vai.

Sali in macchina, respiri, ma il sesto senso ti dice che hai lasciato tuo figlio ad Alcatraz e stai liberamente andando al lavoro.

Questo non è giusto. Non è giusto per la scuola, per i genitori e soprattutto per i bambini che sentono da ambedue le parti tensioni che non sanno spiegare, ma che creano loro tanto stress, così come ne creano ai genitori e ai docenti stessi.

Divario tra  scuola e genitori: come superarlo?

Bisogna fare qualcosa. Ma cosa? 

Tante sono le cose che andrebbero fatte ma, volendo fare un passetto alla volta, cominciamo a unire i punti di vista, perché in realtà ognuno legge questo bambino in modo totalmente diverso:
Al momento  la scuola vede il bambino come un essere con delle competenze da sviluppare ed è concentrata sui traguardi di queste. Risultato? La scuola  non fa altro che lamentare di bambini con poca attenzione e scarsa voglia di applicarsi. E quasi sempre incolpa i genitori di questo.

I genitori, a loro volta, non hanno la stessa priorità; per loro è importante il benessere emotivo dei loro figli, perché sanno che quello cognitivo lo raggiungeranno prima o poi. Il che, tradotto nella pratica, significa che la famiglia cerca di colmare la fretta e le altre manchevolezze di cui si sentono responsabili, perché secondo loro è la strada del il benessere emotivo, lo fa sostituendosi alla scuola e  prendendosi ‘licenze di accomodamento “ : autorizza  i figli a non eseguire compiti, a interferire con il fare didattica. Addossa tante responsabilità alla scuola.

In realtà la famiglia  sta chiedendo aiuto alla scuola, anche in senso educativo non solo formativo.  Ma la scuola non è pronta, seppure ha una legge che recita di prestare attenzioni ai bisogni formativi ed educativi….

A volte la famiglia mette in atto  apparenti difese o accuse che lancia alla scuola, ma  sono solo modi arcaici per attirare l'attenzione, per avere quel piccolo sostegno che fino a qualche tempo fa dava il villaggio intero. 
È vero, dall'altro canto, che la scuola è in balia di onde altissime, ha paura.

Trovi l'insegnante che esce per  prendere il caffè, pur di allontanarsi un momento se un bambino va in crisi e ha bisogno di essere abbracciato ("potrebbero pensare che sono un pedofilo!").

Siamo caduti molto in basso e ci vuole fiducia, apertura e distensione, poiché i bambini apprendono prima di ogni cosa per imitazione a partire dal comportamento e dalla gestione delle emozioni.

Incontrarsi con il cuore, con la prospettiva di fare insieme è l'unica via possibile.
Nessuno sostituisce nessuno.
La mamma non può fare la maestra, perché non lo è per suo figlio.
Così la maestra non farà la mamma perché non lo è. 

Ognuno faccia il suo rispettando per davvero l'altro.

Non recitate adorazione alla maestra o viceversa alla mamma, il bambino vi scoprirà e non si fiderà più né dell'una e ne dell'altra.

Trovare il punto di contatto darà quell'autonomia tanto cercata da ognuno degli attori di questo magico palcoscenico che è la scuola.

Ritratto di Claudia Gattella

Posted by Claudia Gattella

Mamma di Ilaria. Si occupa di educazione e formazione da oltre vent’anni: docente di scuola dell’infanzia, consulente pedagogica e formatrice docenti. Scrive per varie case editrici e riviste di didattica per la scuola dell’infanzia. Ama portare avanti l’idea che il mondo si scopra esplorando la realtà con ogni senso e in ogni senso: sostiene che i bambini siano maestri in questo.

Ha pubblicato: “Piccola Peste” guida didattica per la scuola dell’infanzia, con Mirò Editori , “INPUT Infanzia” e #lamiascuola, con Edizioni ELI , “Distrabella e il draghetto Rossello” con Caravaggio.
Partecipa inoltre attivamente alla stesura di progetti per la rivista “Progetto Tre-Sei Gulliver” di Edizioni Didattiche Gulliver.

Ha ottenuto il Copyright del format Abitare la scuola© che promuove un cambiamento della scuola volto ad eliminare trincee  e competizioni nei diversi ruoli educativi (genitori–docenti, bambini-docenti, ecc…) di cui troppo spesso leggiamo.

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