La mia storia

[io76]

41 anni. Una vita di solitudine pazzesca: solo una madre, difficilissima (con la quale mantenere solo rapporti formali, per sopravvivenza psichica) e nessun altro parente. Amici e amiche, invece, tanti (anche se, da una certa età in poi, il rischio di trascorrere sabati e festività da soli, o, viveceversa, da un locale all’altro, è molto alta. Meglio un bel libro).

Rapporti complicatissimi con gli uomini: non mi volevano, non sono mai piaciuta, non so fare marketing di me stessa. Decenni di rifiuti e di psicoterapia senza sostanziali svolte, se non quelle di accettare l'esistenza così com'è: prima, un dolore immenso, da attacchi di panico notturni.

5 anni fa, finalmente, trovo lui. Ha solo due pregi: ironico ed affettuoso. Il resto un mare di difetti, bipolare senza nessuna voglia di curarsi, a tratti problemi con l’alcool. Ma ci accettiamo così e ci amiamo, nonostante sia un lavoro quotidiano, problematici entrambi. Altro che l'amore che fa crescere, noi restiamo così, due difettosi, siamo l'un l'altro ciò che ci lega alla vita che, prima di incontrarci, sopportavamo a malapena. Ma, come dice lui, al "gioco delle coppie" non ci saremmo neppure classificati come concorrenti.

Dopo 3 anni, desideriamo un bimbo. Qualcosa va male e la gravidanza si interrompe: le nostre componenti ansiose si sommano, ci facciamo la guerra, ci lasciamo. Io, una depressione senza eguali. Un anno lontani, io sto sempre peggio, mi isolo. Unico motivo che mi fa alzare la mattina: il solo messaggio notturno che comunque continuiamo a scambiarci per la buonanotte.

Una mattina alle 6, due anni fa, piomba a casa mia. Da allora vive qui, è molto più sereno e fa vivere bene anche me.
Dice tuttavia di non volere più provare ad avere figli, che a questa età è pericoloso e che finalmente abbiamo trovato un equilibrio. Io vivo confusa. Da una parte vorrei provare a convincerlo e ho molta paura del sentimento di mancanza del futuro, dall’altra parte mi ripeto che i figli non si fanno per se stessi e che siamo una coppia fragile e due persone immature. Due persone immature non possono essere due genitori sicuri. Così insisto, ma senza troppa convinzione. Il problema è che davvero, io stessa, non capisco cosa sia la cosa giusta e cosa io voglia.

Lavoro con i bambini; ultimamente mi sento molto a disagio. E’ come se mi mancasse una parte, quando i genitori mi chiedono: “Ma lei ha figli?”. E no, io non ne ho e probabilmente non ne avrò mai. Conosco solo la teoria.

[alexp]

Hai molta lucidità nell'esporre la tua storia.
In cosa, nella vita reale, la perdi?

Avere un figlio è un atto di amore misto ad egoismo e voglia di vita.

Si deve però mettere in conto che per anni loro dipenderanno da noi, che saremo fondanti per aiutarli ad arrivare al giorno in cui la loro vita apparterrà solo a loro e ne potranno prendere possesso pieno anche grazie agli strumenti che gli abbiamo offerto.

Non sono tabule rase, hanno una loro personalità che andrà scoperta e rispettata.
Da genitore sono inciampata centinaia di volte e ho provato a rialzarmi, qualche danno l'avrò certamente fatto ma su tanto son riuscita anche a rimediare.
Fondamentale la presenza di mio marito, nonostante i nostri caratteri spesso abbiamo fatto scintille, il nostro forte legame e il senso di responsabilità verso i nostri 3 figli ci hanno permesso di costruire una famiglia un po' sgarruppata ma che tutto sommato regge.
La perfezione non è di questo mondo non è solo un modo di dire.

Usa la tua lucidità per capire se hai comunque risorse da mettere in campo per affiancare e proteggere una piccola vita nella sua crescita




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[nanà]

Ciao, benvenuta...
a me sembri matura proprio nel momento in cui dici: " i figli non si fanno per se stessi e che siamo una coppia fragile e due persone immature".
Forse il problema è lui...
I bipolari non sono tutti uguali, ovviamente, ma la mia esperienza è stata che mi è "scappata" una figlia con un uomo affetto dal disturbo bipolare e... è solo peggiorato. Moltissimo.
Ci siamo lasciati ma è comunque stato un casino, con in mezzo una figlia da tutelare.

[io76]

Ragazze, grazie. Confermate tutte le mie perplessità.

E direi anche che, a 41 anni, anche un desiderio di genitorialità non condiviso, non possa più essere un elemento di interruzione della relazione.

Senza contare l'amore che ho per lui e il fatto che, per quanto bislacco, è l'unico uomo che mi abbia fatto sentire il calore di una casa, il senso di famiglia e che abbia voluto davvero investire in un rapporto serio con me. Non mi ha mai veramente abbandonata,anche nei momenti più neri. Ha fatto anche dei cambiamenti ma direi che la struttura della sua personalità sia rimasta, e probabilmente resterà, questa. Non ha infatti nessuna voglia di lavorare sul profondo.

Per questo penso che, oltre all'età, non ci siano le premesse .

Quello che più mi colpisce, però, è il fatto di non riuscire io, singolarmente, ad avere le idee chiare.. E di non sapere come elaborare dentro di me un'eventuale rinuncia e il fatto di essere arrivata così tardi ad avere una relazione dove, anche se solo in parte, sia stato possibile ipotizzare un progetto di genitorialità.

E' difficile fare pace con questa idea. Grazie per l'ascolto.

[alexp]

Hai detto che lavori coi bambini.
Hai mai pensato di proporti con un affido giornaliero? Sono quel tipo di disponibilità per bambini con situazioni difficili ma non "disperate", in cui la famiglia ha bisogno di un sostegno.
È impegnativo ma non totalizzante, potreste essere un valido aiuto per un bambino in difficoltà e da lì incontrare il mondo dell'infanzia da vicino, toccando con mano cosa vuol dire affiancare una piccola vita nel suo processo di crescita.

In ogni caso il vostro amore, seppur con le tante difficoltà, mi sembra concreto e tutto sommato comunque fonte di risorse preziose.



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[io76]

[quote="alexp"]Hai detto che lavori coi bambini.
Hai mai pensato di proporti con un affido giornaliero? Sono quel tipo di disponibilità per bambini con situazioni difficili ma non "disperate", in cui la famiglia ha bisogno di un sostegno.
È impegnativo ma non totalizzante, potreste essere un valido aiuto per un bambino in difficoltà e da lì incontrare il mondo dell'infanzia da vicino, toccando con mano cosa vuol dire affiancare una piccola vita nel suo processo di crescita.

Ma sai che è un'idea splendida? Non ci avevo mai pensato perchè mi sembrava che solo gli educatori venissero incaricati degli affidi giornalieri; avevo pertanto un'informazione scorretta sul piano giuridico.

Grazie, grazie, grazie!!!! Mi informerò il prima possibile.

[Debora]

Ciao Io, Alex ti ha dato un bellissimo suggerimento.
TI consiglio di leggere questo libro Un albero al contrario [ull]http://www.mammeonline.net/blog/albero- ... isa-luvara[/url] è il racconto fatto da una donna, Elisa Luvarà, che è stata una bimba in affido, capirai quanto è importante che ci siano persone che possano dare speranza a tanti bambini in situazioni difficili.
Leggere le sue parole nell'intervista che le ho fatto, mi commuove così come mi ha entusiasmato il suo libro.
Un abbraccio
Debora

[io76]

Ciao Io, Alex ti ha dato un bellissimo suggerimento.
TI consiglio di leggere questo libro Un albero al contrario [ull]http://www.mammeonline.net/blog/albero- ... isa-luvara[/url] è il racconto fatto da una donna, Elisa Luvarà, che è stata una bimba in affido, capirai quanto è importante che ci siano persone che possano dare speranza a tanti bambini in situazioni difficili.
Leggere le sue parole nell'intervista che le ho fatto, mi commuove così come mi ha entusiasmato il suo libro.
Un abbraccio
Debora

Grazie mille. Lo leggerò sicuramente. Penso che comincerò con l'affido giornaliero e per qualche ora.. Prima devo misurare le mie forze e altrui forze. Grazie tantissime