Ho trovato

[Lora]

vietare in questi casi serve a poco, lo fanno comunque. Dialogo, assolutamente. Parlarne e sperare che comprendano che il gioco non vale la candela.

[Natalia Forte]

Condivido pienamente. Proprio per questo sono convinta che dobbiamo avere le idee chiare su ciò che per noi è importante, per poter dialogare in maniera autentica, aperta, con serenità. Serenità non vuol dire "andiamo tutti d'amore e d'accordo". Serenità anche nella lite, nel conflitto. La serenità di discutere trasmettendo (e non imponendo o vietando) ciò in cui credo, trasmettendo ciò che secondo me conta e fa bene a mio figlio/a. Credo che spesso il dialogo con i nostri ragazzi sia reso difficile dalla fragilità delle nostre convinzioni, o dalla fragilità della nostra posizione: paura di sbagliare, paura di non fare il meglio, paura di non piacere ai nostri figli, paura di aprire troppe porte o di essere bacchettone... anche questo ci rende fragile e rende incerta la nostra disponibilità al dialogo. Che, sebbene difficile, è sempre la chiave che apre ogni porta.

[Aghidipino]

Infatti...
Proprio oggi ho chiesto a mio figlio cos'ha intenzione di fare con la sigaretta e lui, molto serenamente, mi ha detto che l'ha usata qualche volta e che adesso non gli va più.
Speriamo.

[Aghidipino]

Io non sono per i divieti categorici, anche se poi questo vuol dire lasciare che le cose facciano il loro corso. Se ti va, nel blog adolescenza, leggiti "Vietare, lasciar fare o..."

Grazie dell'indicazione! Sai che non avevo mai notato che ci fosse un blog?