I miei due angeli Anna e Pietro sono volati in cielo.
Inviato: 8 marzo 2012, 20:25
Sono entrata nel forum degli angeli, il giorno dopo il mio parto, la notte del 25 Febbraio. Quando già Anna era volata in cielo e Pietro lottava nell’incubatrice.
Pensavo fosse facile, scrivere, raccontare la mia storia, ma non è così, ancora troppo dolore viene a galla e mi opprime, sono trascorse quasi due settimane, ma proverò a scrivere tutto di getto, penso che serva a sfogarmi.
La notte del 24 Febbraio ho cominciato ad avere dei dolori intorno alle 0:30, sono andata in bagno e ogni mezz’ora avevo questi dolori alla schiena, delle fitte a destra, che non ho associato alle contrazioni, pensavo qualcosa ai reni, tipo dei calcoli.
Ero alla ventitreesima settimana e 4 giorni, verso le 2:30 mi sono alzata e mi sono messa nel divano a guardare la tv, pensavo me ne sto tranquilla qua e mi passerà tutto e invece altre 3 fitte. Alle 4 torno a letto, ma dato che questi dolori mi sembrano più vicini e più forti, sveglio mio marito e poi il tempo di mettermi qualcosa e corriamo al pronto soccorso.
I dolori aumentano sempre più, in macchina quasi non riuscivo a stare seduta, arriviamo e prova a visitarmi una dottoressa, mi fa eco, sento i cuoricini dei miei due piccoli, mi fa eco transvaginale, ma quasi non riesce a visitarmi, perché le contrazioni, non mi fanno stare ferma, non me lo dicono ma poi mio marito mi racconta che i medici avevano visto il sacco della mia piccolina che era quasi in vagina.
Arriva il suo collega, che capisce che la situazione è grave, mi dicono che sono contrazioni e mi ricoverano. Mi mettono una flebo e mi fanno una puntura di Bentalan, le contrazioni ci sono ancora e sono sempre dolorose. Credo che passa una mezz’ora e mi si rompono le acque, arrivano tutti i medici, arriva anche la neonatologa che prova a tranquillizzarmi.
Sono tutti pronti e mi dicono di spingere, ho una strana reazione, quasi quasi mi rifiuto di spingere, ho realizzato che sto partorendo, ma è ancora presto per i miei due piccolini.
Alla fine con dolori atroci, loro che provavano ad aiutarmi, ecco che nasce alle 6:55 la mia piccola Anna, vedo la sua testolina solo un secondo, e la portano via. Non so speravo che tutto fosse finito, che almeno Pietro rimanesse dentro di me, ma ecco si rompono le acque e allora di nuovo a spingere con le contrazioni che quasi non le sentivo più. E’ stato più facile, Pietro nasce alle 7:12, lo vedo sempre solo per un secondo e lo portano via. La dottoressa mi dice che mi deve dare dei punti, ma hanno pietà di me e mi fanno anestesia. Dormo credo un’oretta, mi sveglio come da un incubo, mi sento stordita ancora per un po’, mi ricordo solo che mi chiedono i nomi dei miei due piccolini, ma non mi danno notizie. Resto nel lettino, in corridoio, aspettando che si liberi un letto in reparto. Ma un infermiere, gentile, mi porta fuori con il letto da mio marito, che mi dà la notizia che la piccola Anna non ce l’ha fatta e Pietro è in neonatologia. Finalmente mi portano in reparto e poi la neonatologa parla con mio marito e gli dice che può vedere Pietro, anzi gli dice di fargli delle foto, così io le posso vedere, e di portarmi il tiralatte, così posso conservare il latte per il mio piccolino.
Quest’ultima cosa mi dà speranza, penso che c’è qualche possibilità per il mio bambino. Intanto ci chiedono se vogliamo il corpicino della nostra bambina, gli diciamo di si, così mio marito prova a sbrigare tutti i documenti.
Passano le ore, la sera mi addormento presto, ma alle 2:30 mi sveglio e non riesco più ad addormentarmi, ho con me il cellulare e mi collego ad internet cercando notizie, cercando speranze, trovando il forum degli angeli, piangendo per la mia piccola che non c’è più.
L’indomani mattina, giro delle visite dei medici, la dottoressa che mi controlla, mi dice che posso essere dimessa, mi sembra strano un giorno dopo il parto, ma penso che posso andare a vedere il mio piccolo Pietro e mi preparo. Dopo gli altri medici, non vogliono farmi uscire, ma a quel punto firmo e me ne vado.
Nel pomeriggio vado a trovare insieme a mio marito il nostro piccolino in incubatrice, pieno di fili e sonde, ma vitale, muove mani e gambine, così come faceva sempre dentro la mia pancia. E’ piccolino, ha un nasino dolcissimo e un sacco di capelli (come la mamma) neri (come il papà).
L’indomani mattina, non vedevo quasi l’ora di rivederlo, faccio telefonare da mio marito, ma gli dicono che la situazione è peggiorata, ha un emoraggia al cervello, lo andiamo a trovare, si muove di meno e ha la saturazione dell’ossigeno molto bassa anche se glielo mandano al massimo.
Di pomeriggio ci chiamano dicendo che la situazione è grave e ci chiedono il permesso di battezzarlo. Da questo momento ogni telefonata per noi è un colpo al cuore, ma quella di neonatologia arriva alle 21:30, il nostro piccolino è volato in cielo, è andato a fare compagnia alla sua sorellina.
Siamo diventati genitori, al momento del loro concepimento, ma adesso abbiamo perso i nostri piccolini, una sensazione di vuoto e di smarrimento si impadronisce di noi.
Non mi spiego il perché sia successo, perché ci era stata data la gioia più grande per due persone che si amano, sentire due cuoricini che battevano forte dentro di me e poi in un lampo quella gioia si è trasformata in dolore, quel dolore grande e lancinante che sembra mai finire.
Faccio una parentesi, questa gravidanza è stata fortemente voluta, sono 3 anni che proviamo con la fecondazione assistita e questo è stato il nostro quinto tentativo, non vi dico la nostra felicità vedendo le beta positive e poi nella prima eco vedere quei due cuoricini battere. Non è stato facile perché ho avuto perdite, sono stata a riposo per 3 mesi, ero sotto cura per diabete gestazionale, quindi a dieta, ho fatto veramente di tutto per portare questa gravidanza avanti.
Alla morfologica, il mio gine si è fatto venire un dubbio sui ventricoli del cranio del mio piccolino, sembrano al limite, abbiamo fatto di corsa l’amniocentesi, e proprio il giorno prima della tragedia, avevamo avuti i risultati definitivi, i nostri bambini erano sani.
Da un po’ di tempo ero più tranquilla, sentivo i movimenti dei miei piccoli e mi dicevo, ho avuto questa gioia così grande, questi due miracolini, perché qualcosa deve andare storto?
Nel fine settimana avrei fatto un sacco di spese, perché fino a quel momento per scaramanzia non avevo comprato nulla.
Miei piccoli angeli Anna e Pietro, l’unica cosa che mi dà un po’ di serenità e sapervi in cielo con i vostri nonni e sono sicura che continuate a mandarci il vostro amore attraverso le persone che in questo momento ci stanno accanto. Vegliate su di noi, dateci la forza di andare avanti, la vostra mamma e il vostro papà hanno bisogno del vostro amore.
Pensavo fosse facile, scrivere, raccontare la mia storia, ma non è così, ancora troppo dolore viene a galla e mi opprime, sono trascorse quasi due settimane, ma proverò a scrivere tutto di getto, penso che serva a sfogarmi.
La notte del 24 Febbraio ho cominciato ad avere dei dolori intorno alle 0:30, sono andata in bagno e ogni mezz’ora avevo questi dolori alla schiena, delle fitte a destra, che non ho associato alle contrazioni, pensavo qualcosa ai reni, tipo dei calcoli.
Ero alla ventitreesima settimana e 4 giorni, verso le 2:30 mi sono alzata e mi sono messa nel divano a guardare la tv, pensavo me ne sto tranquilla qua e mi passerà tutto e invece altre 3 fitte. Alle 4 torno a letto, ma dato che questi dolori mi sembrano più vicini e più forti, sveglio mio marito e poi il tempo di mettermi qualcosa e corriamo al pronto soccorso.
I dolori aumentano sempre più, in macchina quasi non riuscivo a stare seduta, arriviamo e prova a visitarmi una dottoressa, mi fa eco, sento i cuoricini dei miei due piccoli, mi fa eco transvaginale, ma quasi non riesce a visitarmi, perché le contrazioni, non mi fanno stare ferma, non me lo dicono ma poi mio marito mi racconta che i medici avevano visto il sacco della mia piccolina che era quasi in vagina.
Arriva il suo collega, che capisce che la situazione è grave, mi dicono che sono contrazioni e mi ricoverano. Mi mettono una flebo e mi fanno una puntura di Bentalan, le contrazioni ci sono ancora e sono sempre dolorose. Credo che passa una mezz’ora e mi si rompono le acque, arrivano tutti i medici, arriva anche la neonatologa che prova a tranquillizzarmi.
Sono tutti pronti e mi dicono di spingere, ho una strana reazione, quasi quasi mi rifiuto di spingere, ho realizzato che sto partorendo, ma è ancora presto per i miei due piccolini.
Alla fine con dolori atroci, loro che provavano ad aiutarmi, ecco che nasce alle 6:55 la mia piccola Anna, vedo la sua testolina solo un secondo, e la portano via. Non so speravo che tutto fosse finito, che almeno Pietro rimanesse dentro di me, ma ecco si rompono le acque e allora di nuovo a spingere con le contrazioni che quasi non le sentivo più. E’ stato più facile, Pietro nasce alle 7:12, lo vedo sempre solo per un secondo e lo portano via. La dottoressa mi dice che mi deve dare dei punti, ma hanno pietà di me e mi fanno anestesia. Dormo credo un’oretta, mi sveglio come da un incubo, mi sento stordita ancora per un po’, mi ricordo solo che mi chiedono i nomi dei miei due piccolini, ma non mi danno notizie. Resto nel lettino, in corridoio, aspettando che si liberi un letto in reparto. Ma un infermiere, gentile, mi porta fuori con il letto da mio marito, che mi dà la notizia che la piccola Anna non ce l’ha fatta e Pietro è in neonatologia. Finalmente mi portano in reparto e poi la neonatologa parla con mio marito e gli dice che può vedere Pietro, anzi gli dice di fargli delle foto, così io le posso vedere, e di portarmi il tiralatte, così posso conservare il latte per il mio piccolino.
Quest’ultima cosa mi dà speranza, penso che c’è qualche possibilità per il mio bambino. Intanto ci chiedono se vogliamo il corpicino della nostra bambina, gli diciamo di si, così mio marito prova a sbrigare tutti i documenti.
Passano le ore, la sera mi addormento presto, ma alle 2:30 mi sveglio e non riesco più ad addormentarmi, ho con me il cellulare e mi collego ad internet cercando notizie, cercando speranze, trovando il forum degli angeli, piangendo per la mia piccola che non c’è più.
L’indomani mattina, giro delle visite dei medici, la dottoressa che mi controlla, mi dice che posso essere dimessa, mi sembra strano un giorno dopo il parto, ma penso che posso andare a vedere il mio piccolo Pietro e mi preparo. Dopo gli altri medici, non vogliono farmi uscire, ma a quel punto firmo e me ne vado.
Nel pomeriggio vado a trovare insieme a mio marito il nostro piccolino in incubatrice, pieno di fili e sonde, ma vitale, muove mani e gambine, così come faceva sempre dentro la mia pancia. E’ piccolino, ha un nasino dolcissimo e un sacco di capelli (come la mamma) neri (come il papà).
L’indomani mattina, non vedevo quasi l’ora di rivederlo, faccio telefonare da mio marito, ma gli dicono che la situazione è peggiorata, ha un emoraggia al cervello, lo andiamo a trovare, si muove di meno e ha la saturazione dell’ossigeno molto bassa anche se glielo mandano al massimo.
Di pomeriggio ci chiamano dicendo che la situazione è grave e ci chiedono il permesso di battezzarlo. Da questo momento ogni telefonata per noi è un colpo al cuore, ma quella di neonatologia arriva alle 21:30, il nostro piccolino è volato in cielo, è andato a fare compagnia alla sua sorellina.
Siamo diventati genitori, al momento del loro concepimento, ma adesso abbiamo perso i nostri piccolini, una sensazione di vuoto e di smarrimento si impadronisce di noi.
Non mi spiego il perché sia successo, perché ci era stata data la gioia più grande per due persone che si amano, sentire due cuoricini che battevano forte dentro di me e poi in un lampo quella gioia si è trasformata in dolore, quel dolore grande e lancinante che sembra mai finire.
Faccio una parentesi, questa gravidanza è stata fortemente voluta, sono 3 anni che proviamo con la fecondazione assistita e questo è stato il nostro quinto tentativo, non vi dico la nostra felicità vedendo le beta positive e poi nella prima eco vedere quei due cuoricini battere. Non è stato facile perché ho avuto perdite, sono stata a riposo per 3 mesi, ero sotto cura per diabete gestazionale, quindi a dieta, ho fatto veramente di tutto per portare questa gravidanza avanti.
Alla morfologica, il mio gine si è fatto venire un dubbio sui ventricoli del cranio del mio piccolino, sembrano al limite, abbiamo fatto di corsa l’amniocentesi, e proprio il giorno prima della tragedia, avevamo avuti i risultati definitivi, i nostri bambini erano sani.
Da un po’ di tempo ero più tranquilla, sentivo i movimenti dei miei piccoli e mi dicevo, ho avuto questa gioia così grande, questi due miracolini, perché qualcosa deve andare storto?
Nel fine settimana avrei fatto un sacco di spese, perché fino a quel momento per scaramanzia non avevo comprato nulla.
Miei piccoli angeli Anna e Pietro, l’unica cosa che mi dà un po’ di serenità e sapervi in cielo con i vostri nonni e sono sicura che continuate a mandarci il vostro amore attraverso le persone che in questo momento ci stanno accanto. Vegliate su di noi, dateci la forza di andare avanti, la vostra mamma e il vostro papà hanno bisogno del vostro amore.