la dislessia nella vita quotidiana

Crescere i figli e lasciar crescere noi come genitori... non è facile, soprattutto quando diventano adolescenti! Parliamo anche di scuola, tra genitori ed insegnanti.

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pinz
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Grazie Jewel, ti aspettavo ;)

Abbiamo sentito parlare e ci hanno parlato di Camillo Bortolato e del suo metodo, solo che andrebbe utilizzato come metodo didattico "unico", significherebbe poi poter usare quello a scuola (se non abbiamo capito male). Le insegnanti sono comprensive e ben disposte, ma non al punto di fare un percorso completamente diverso. Sarebbe già molto se le facessero delle "riduzioni" (in una classe di livello medio altissimo, dove in quarta stanno già facendo le espressioni e risolvono i problemi ad operazione multipla con le espressioni). Diciamo che son comprensivi ma propositivi non so ;)

Qualsiasi suggerimento è bene accetto!

Ciao
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pinz ha scritto:Grazie Jewel, ti aspettavo ;)

Abbiamo sentito parlare e ci hanno parlato di Camillo Bortolato e del suo metodo, solo che andrebbe utilizzato come metodo didattico "unico", significherebbe poi poter usare quello a scuola (se non abbiamo capito male). Le insegnanti sono comprensive e ben disposte, ma non al punto di fare un percorso completamente diverso. Sarebbe già molto se le facessero delle "riduzioni" (in una classe di livello medio altissimo, dove in quarta stanno già facendo le espressioni e risolvono i problemi ad operazione multipla con le espressioni). Diciamo che son comprensivi ma propositivi non so ;)

Qualsiasi suggerimento è bene accetto!

Ciao
Pinz
in merito al metodo Bertolato ho sentito pareri contrastanti. Io ho iniziato a studiarlo questa estate ma avendo uans econda ho deciso di andare avanti con il sistema tradizionale in quanto un metodo ti deve entrare dentro prima di poterlo trasmettere, ciò che ho utilizzato sono alcune strategie, soprattutto coi bimbi in difficoltà. Ad esempio quandom devo farli contare faccio schierare gli elementi per gruppi di 5 in modo che visivamente ricordino le dita delle mani. Lui abolosce l'uso delle dita per contare partendo subito dal calcolo mentale...per ora io faccio ancora usare le dita, soprattutto per i bimbi in difficoltà in quanto, secondo me, le dita sono uan strumento visibile e tangibile, concreto, cosa che non è il calcolo mentale.

Ciò che sto usando è il metodo per le tabelline con l'uso di parole e immagini gancio . Se ti può servire prova a dare un'occhiata qui http://crizu.blogspot.com/ ci sono anche i link per bortolato.

Personalmente sono d'accordo con le maestre di tuo figlio e con te: credo sia più utile ridurre ed adattare il proprio metodo che usarne uno che non si conosce.

ciò che invece non comprendo è la corsa degli insegnanti a fare oltre ciò che prevede il programma...io preferisco andare piano e consolidare

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Donatella
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Messaggio da Donatella »

Pinz scusami... volevo scriverti ma poi non ci sono riuscita.
Tra l'altro io ho comprato tutto il kit Bertolato ma mi è assolutamente inutile perchè è mirato alle scuole elementari, se pensi di usarlo te lo mando con grande piacere, almeno so che non ho buttato i soldi. Se mi dai in mp il tuo indirizzo te lo mando.

Ho scritto un articolo, è in home page, lì non l'ho firmato diciamo che è semi-anonimo! Jewel, se vuoi puoi inserirlo anche sul tuo blog.
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Grazie Donatella, ma per ora non credo che lo useremo, anche perchè ci hanno sconsigliato di "aggiungere" attività (anche esercizi in più o cose del genere), anzi probabilmente "diminuirà" ulteriormente il suo impegno sulla matematica per focalizzarlo sulle cose cui è più portata. Grazie comunque.

Dall'articolo in home page avevo intuito che potessi essere tu ;)

Jewel, hai un blog sui dsa??? mi mandi il link in MP?

ciao
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Messaggio da Donatella »

Pinz, il blog di Jewel è questo: http://crizu.blogspot.com/

Jewel, tu ce l'hai il kit di Bertolaso? Può esserti utile a scuola? Mi scoccia proprio che non venga utilizzato.
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Messaggio da pinz »

Grazie per il link!

Pinz

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Messaggio da pinz »

L'editoriale del Caporedattore di Donna Moderna di questa settimana parla di dislessia in maniera molto delicata. Lo posto qui, pregando le moderatrici di toglierlo se violasse qualche diritto d'autore.


Dedicato a Micol (e ai bambini come lei)



L'altra sera tornavo in treno da Torino quando un uragano (va be', forse esagero: era un temporalone) ci ha bloccato in aperta campagna. Ora, vero è che arrivavo da una settimana di quelle memorabili, una settimana di quelle dove ti succede di tutto e niente è di buono-Ma certo la situazione era leggermente inquietante. Fuori, la fine del mondo, dentro io, in uno scompartimento vuoto, e il capotreno che annunciava che il treno si era fermato (ma va!) e si scusava per il disagio. Disagio è dir poco: siamo rimasti lì una bella mezz'ora. Regola numero uno in questi casi: fare qualcosa per distrarsi- Così ho telefonato alla mia amica di Roma, e lei mi ha raccontato una storia che mi ha fatto dimenticare il temporale, il ritardo, la stanchezza- Ascoltatela: anche questa è una storia che nasce sotto la pioggia.

È successa a Barbara, la mamma di Micol, che qualche anno fa faceva la seconda elementare. Ve la racconto con le sue parole. «Mia figlia è sempre stata una bambina attenta, socievole. Alla fine del secondo quadrimestre, le maestre mi chiamano e mi chiedono: "Lei conosce la dislessia?"». Dislessia, ve lo dico io, è un disturbo di apprendimento, vuoi dire che una persona ha difficoltà di lettura, è più lenta della norma, a volte inverte o salta le lettere del testo scritto. Barbara, quel nome, l'aveva appena sentito nominare. «Mi ricordo che ero sola. Sono uscita e pioveva e non ho neppure aperto l'ombrello... Ero disperata. Le maestre mi avevano detto che Micol si rendeva conto del suo problema, era l'ultima a consegnare i compiti, faceva fatica a leggere. Ho consultato medici e neuropsichiatri. Ma i primi tempi, quando lasciavo mia figlia davanti a scuola, la guardavo entrare e mi mettevo a piangere, perché avrei voluto evitarle qualsiasi difficoltà-

Poi, con l'aiuto di Alessandra, la logopedista che "ci ha seguite" per tre anni, e Francesca, l'insegnante che nel pomeriggio ha aiutato Micol nei compiti, abbiamo fatto passi da gigante. In questi giorni Micol ha finito la prima media e ha ritirato la pagella: tre buono e tutti sufficiente, le insegnanti le hanno fatto i complimenti per il lavoro e l'impegno e per il suo atteggiamento aperto e propositivo. Sono orgogliosa perché è vero, non avrà tutti ottimo in pagella, ma è un'ottima e speciale ragazza».

E una storia un po' triste ma anche bella quella di Micol, perche è una storia di speranza: ci sono una famiglia e una scuola che accolgono e aiutano un bambino in difficoltà. Non sempre è cosi. Infatti in questi giorni l'Associazione italiana dislessia (www-aiditaiia.org) ha presentato un esposto alla magistratura e al Commissario europeo per i diritti umani perché ai bambini dislessici spesso non è permesso di usare in classe il computer che li aiuterebbe nella lettura e nella scrittura, né il registratore che renderebbe più facile ricordare le lezioni dei professori. Ci vuole una legge che tuteli questi studenti, mi diceva la mamma di Micol, e tanti genitori stanno già raccogliendo migliaia di firme. Una legge, penso anch'io, farebbe tornare un po' di sereno nella vita di questi bambini. Anche fuori dal mio vagone, intanto, era tornato il sereno, e il treno è ripartito insieme ai miei pensieri. Per Micol.

Monica Triglia caporedattore

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pinz ha scritto: Non sempre è cosi. Infatti in questi giorni l'Associazione italiana dislessia (www-aiditaiia.org) ha presentato un esposto alla magistratura e al Commissario europeo per i diritti umani perché ai bambini dislessici spesso non è permesso di usare in classe il computer che li aiuterebbe nella lettura e nella scrittura, né il registratore che renderebbe più facile ricordare le lezioni dei professori. Ci vuole una legge che tuteli questi studenti, mi diceva la mamma di Micol, e tanti genitori stanno già raccogliendo migliaia di firme. Una legge, penso anch'io, farebbe tornare un po' di sereno nella vita di questi bambini. Anche fuori dal mio vagone, intanto, era tornato il sereno, e il treno è ripartito insieme ai miei pensieri. Per Micol.

Monica Triglia caporedattore
PC: E CHI LO PAGA? La gente comune non ha idea dei trighi burocratici che ci sono dietro all'avere un pc nelle scuole.

Esistono scuole molto attrezzate, all'avanguardia, dove i diritti allo studio dei bambini vengono rispettati in toto e scuole (come la mia) che devono mendicare affinchè la direzione accetti di far lavare le tende delle classi una volta l'anno...figuriamoci avere un pc in ogni aula per questi bimbi!

Personalmente credo che si debba fare un bel distinguo tra demagogia e realtà.
Una cosa è ciò che tutti vorremmo per il bene dei nostri bambini (tutti) altra cosa è la realtà delle singole scuole. Pertanto sono dell'idea che prima di ogni strumento informatico debba esserci la preparazione degli insegnanti: senza quella non c'è pc che tenga! Che me ne faccio di un pc in aula se poi considero la dislessia una moda del momento? Se invece sono sensibile al problema, e sono preparato e malleabile alle metodologie didattiche sarò in grado di trovare le strategie migliori per i miei alunni DSA, anche senza l'ausilio di certi strumenti!
Proprio oggi ho esaminato i quaderni di un bambino discalculico, bocciato in 3...Quanti errori madornali sono stati commessi dalle insegnanti!!!! Certo, in buona fede, nessuna di loro ha avuto intenzione di fargli del male, ma di certo questo bambino non è stato guidato adeguatamente nel suo percorso...Il pc, in quella realtà non sarebbe servito a nulla perchè le insegnanti non sarebbero state in grado di usarlo in modo adeguato! Inoltre, esistono programmi specifici per i dislessici, penso ad alcuni di sintesi vocale, sono molto costosi (si parla di centinaia di euro...) pensiamo a quante classi ha una scuola e moltiplichiamo una cifra a due zeri per un numero medio di classi...Inoltre questi programmi hanno comunque dei limiti che non ha una voce umana, ecco, allora, che più che la lotta per avere il tal programma o il tal pc è meglio una lotta atta a sensibilizzare le famiglie sul fatto che certi lavori che farebbe il pc devono farli loro (lettura ad alta voce e aiuto nello studio):

Credo sia prioritaria anche la sensibilizzaione della gente comune.
Proprio di oggi è il commento di alcuni genitori alla notizia che a settembre verrà inserito un bimbo DSA "Questa classe è propria nata disgraziata! Appena lo sapranno le altre mamme andranno su tutte le furie!" Forse bisognerebbe spiegare a questi """"signori""" che la dislessia non è una malattia contagiosa e che tutti possiamo essere potenzialmente dei DSA (basti pensare che c'è la dislessia acquisita in seguito a traumi cranici), non solo, esitono casi di bambini molto bravi alle elementari che alle medie hanno avuto un crollo, manifestando, in toto, il loro DSA: Naturalemnte era un DSA lieve al punto che durante la primaria non è emerso ma è venuto fuori quando sono aumentare le richieste di studio e impegno!!! Ecco, a parer mio la vera battaglia sta qui !!!

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pinz
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Messaggio da pinz »

Che ne dite del metodo indiano per le moltiplicazioni?
Forse potrebbe essere utile per chi ha la discalculia
(ed essendo mia figlia indiana e discalculica direi che le due cose vanno a braccetto)
http://lanostramatematica.splinder.com/ ... ica+%5BVid

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Messaggio da Donatella »

Visto così è carino... ma se già si comincia a fare 98*89 invece di 21*13...
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annaritar
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Messaggio da annaritar »

Donatella ha scritto:Visto così è carino... ma se già si comincia a fare 98*89 invece di 21*13...
Sono l'autrice del blog, di cui viene citato il link da pinz e in cui si può consultare il video sulla moltiplicazione vedica.

E' riduttivo e generalista affermare <i>Visto così è carino...</i> se prima gli strumenti non sono stati sperimentati di persona.

Ho tre alunni dislessici e disgrafici, con problemi di discalculia, in prima, seconda e terza media e posso assicurare che il metodo della moltiplicazione vedica è recepito bene da tutti e tre, sicuramente meglio del metodo "tradizionale" utilizzato da noi occidentali.

Nessuno vieta di utilizzare flessibilmente il metodo con numeri diversi e comunque ritenuti più adeguati. Ciò dipende dal contesto e dal singolo caso, elementi valutabili in situazione dal docente interessato.

Il video citato è una esemplificazione reperita in rete, dimostrativa del metodo stesso e non pensata specificamente per i problemi di discalculia.

Scusate se mi sono catapultata nel forum in modo così diretto, ma, quando si lavora con passione nel tentativo di essere utile, si rimane un po' toccati da affermazioni come quella citata in apertura di commento.

Buon giorno a tutti e buon proseguimento.
annarita :-)

http://lanostramatematica.splinder.com

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Messaggio da SuperMafalda »

Donatella ha scritto:Visto così è carino... ma se già si comincia a fare 98*89 invece di 21*13...
Dona.. io ho provato ed è vecocissimo.

credo che per 98x89 occorra dividere in due fasi, in modo da sommarle dopo.

Grazie del link Annarita.. sei veramente "ganza" si dice a Firenze...

Miriam
Miriam [Mirko Claudia Chiara]
La vera pace è il rispetto.

SII FIERO DI TUTTE LE TUE SCELTE


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Messaggio da pinz »

Dona, ad un bambino/ragazzo con discalculia NON si dà da fare 98x89, a meno che non disponga di calcolatrice e/o tavola pitagorica

a me non dispiace come metodo per la sua semplicità e credo che posa essere un'ottima risorsa per i ragazzini con la discalculia, almeno per affrancarli dalla calcolatrice/tavola pitagorica per i calcoli meno complessi

ciao
Pinz

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Messaggio da Donatella »

Annarita, non volevo essere offensiva, e ne mi pare di esserlo stata per la verità, solo che il discorso è molto complesso e le sfaccettature sono tante.

Ad esempio non ho capito se questo metodo serve ad avvicinarsi alle divisioni o a farle sempre così perchè il tal caso non si può sfuggire a lungo al 98*89, ne nella scuola ne nella vita.

E il problema può non doversi risolvere con il metodo ma magari con il tempo a disposizione. Poi secondo me non guasta che di tanti ognuno si cerchi quello che "sente" di più.

Poi per es. Annarita permettimi di osservare che il problema delle divisioni alle scuole medie ormai è un problema secondario in quanto è alle elementari che le divisioni possono essere veramente traumatiche. Alle medie diventano problematici le espressioni, i problemi ecc.

E comunque non credo di aver ferito la tua passione. E ne mi sembra giusto valutare qui le nostre passioni o il nostro modo di esprimerci. Ho detto che è un metodo carino, appunto, perchè mi ha interessato e perchè mi ha incuriosito capire come funzionerebbe con i numeri di altro tipo proprio perchè io desidero trovare modalità per affrontare tutte le difficoltà e non solo quelle di basso livello. La mia frase manifestava un interesse ad approfondire, seppure con la consapevolezza di chi sà che ricette magiche non esistono. Se così non fosse stato non avrei detto che era carino, ma avrei usato un termine ben diverso...
:)
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Messaggio da susanna_a »

Io sono dislessica acquisita (a 21 anni, in seguito ad un trauma cranico). Ho anche un'incapacità a distinguere le voci per telefono (non vi dico le figuracce :rrofl: ).
In realtà non ho nessun problema a leggere le parole che conosco, ma quando incappo in una nuova, lunga, specie se ha molte barrette verticali, non posso leggerla. Normalmente ne copro alcune parti e la leggo a pezzi, oppure la trascrivo e, passando attraverso la scrittura, la "codifico" e poi la leggo "riconosco" attraverso la lettura.
Lo stesso vale per i numeri telefonici, se li vedo tutti insieme non posso comporli, devo coprili e scoprirli a pezzi.

Il vantaggio è che leggo a parole, quindi molto velocemente (100 pagine in 3 ore).
Le parole che ho letto anche una sola volta sono codificate e quindi so leggerle.

Non ho difficoltà nella vita quotidiana attuale, leggo moltissimo anche in inglese e francese. Per un periodo ho fatto l'attrice e ho provato col doppiaggio, ma era un dramma ah ah ah (ora ci rido, al momento ci rimasi male).

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