HIV, quando il problema è delle donne. Dal Congresso dell’EACS, lanciato un allarme sull’HIV al femminile: il contagio per via eterosessuale è in aumento con una tendenza che origina dall’Europa dell’est complice l’aumento del consumo di droghe per via endovenosa.

Sembra che negli ultimi 10 anni la diffusione dell’HIV nei Paesi dell’Unione Europea sia rimasta sostanzialmente immutata con 29.747 nuovi casi nel 2015 (6,3 persone su 100.000, rispetto alle 6,6 del 2006). Ma l’European Center for Disease Prevention and Control (ECDC) ha stimato che ben 122.000 persone (il 15% sul totale in questa Regione) non rientrano nelle statistiche ufficiali, in quanto convivono con l’HIV senza saperlo. Inoltre, occorrono ben quattro anni (3,8 per l’esattezza) prima che un nuovo contagio da HIV sia diagnosticato.

Qual è l’identikit di questi 122.000 nuovi casi?

La situazione è complessa ma un dato è evidente: il vecchio mito dell’HIV come malattia che colpisce solo il mondo omosessuale non è più vera, si è infatti notato che in ben 31 Paesi europei molte nuove diagnosi – concetto diverso da nuove infezioni - sono su adulti - uomini e donne - etrossessuali sopra i 50 anni ove la trasmissione è prettamente sessuale.  

Ma il pattern di crescita del contagio nel mondo femminile è differente. Mentre nel mondo maschile la crescita è costante nel tempo e su più fasce di età, nel mondo femminile una crescita delle nuove diagnosi è riportata tra le over 50 nei paesi dell’Europa dell’Est non EU così come in Canada e in America. Al  momento non abbiamo una spiegazione scientifica per questi dati ma possiamo fare delle interprezioni.

L’EMCCDA Report del 2015 ha rilevato nel 2015 un totale di 8441 decessi per overdose, principalmente per eroina e altri oppioidi, con una crescita del 6% rispetto ai 7950 decessi in 30 Paesi nel 2014, e un incremento su tutte le fasce di età. Nel 2015 il 25% delle nuove diagnosi in quattro Paesi della UE/SEE è stato imputabile alle droghe iniettabili. Questi dati ci spingono a suonare un campanello d’allarme sulla potenziale crescita dell’uso di eroina e possiamo quindi ipotizzare – in assenza di ulteriori indagini certe – che la trasmissione alle donne dell’HIV possa essere collegata con il nuovo trend di consumo di droghe iniettabili. Donne che subiscono il contagio da uomini positivi, poco attenti o inconsapevoli della propria situazione causata da uso di droghe da siringa, e conseguente aumento della trasmissione del virus con rapporti eterosessuali”, dichiara Antonella d’Arminio Monforte, Presidente della Conferenza EACS 2017, Professore Ordinario e Direttore della Clinica Malattie Infettive e Tropicali del Dipartimento di Scienze della Salute presso la ASST Santi Paolo e Carlo.

Il punto focale nel mondo etero pare quindi la scarsissima consapevolezza di essere un target a rischio come tanti gli altri. Le donne soprattutto sono incosapevoli, infatti vengono diagnosticate in occasioni di routine, ad esempio quando sottoposte a test di gravidanza oppure alla comparsa dei sintomi della malattia. Si tratta addirittura di un 25% in più rispetto alla popolazione già nota, ma quando parliamo di donne migranti la cifra aumenta sino al 35%-40%. L'incidenza hiv dipende da nazione

Quando fare lo screening? Generalmente sempre ma soprattutto è raccomandato sia prima che durante la gravidanza, in caso di dubbi. Senza allarmismi però, in quanto  il parto può avvenire per via vaginale e, solo in condizioni di urgenza, con il cesareo come per tutte le donne non affette da HIV.

La menopausa è una stagione  delicata per tutte le donne, ma per quelle con HIV può essere più difficile: abbiamo un’infiammazione cronica che esaurisce il sistema immunitario causando invecchiamento precoce dell’organismo e anche dell’ovaio e favorendo l’aumento di comorbidità che sono in qualche modo potenziate dall’effetto tossico dei farmaci.
Anche l’osteoporosi è piu frequente tra donne positive. Inoltre  diminuisce il livello di estrogeni e quindi l’effetto protettivo cardiovascolare decade e aumentano di piu i rischi di infarto del miocardio.

Si tratta di discorsi validi per tutte le donne in menopausa ma che nelle donne con HIV sono decisamente piu importanti.

Milano, 27 ottobre 2017 

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La 16a edizione della European AIDS Conference (www.eacs-conference2017.com)

Dalla sua prima edizione di Bruxelles, nel 1987, la European AIDS Conference è diventata un appuntamento fisso per medici e ricercatori, per la comunità HIV e per le persone che vivono con il virus. Attraverso l’eccellenza scientifica, la Conferenza promuove la partecipazione e l’impegno dei giovani ricercatori nella ricerca clinica, presentando e discutendo in modo critico le nuove conoscenze, come parte fondamentale della buona pratica clinica e dell’assistenza sanitaria, che si tratti di trasmissione dell’HIV, di epatite C e di altre co-infezioni, oppure di co-morbidità. La European AIDS Conference – che si tiene ogni due anni – è arrivata alla 16a edizione.

La European AIDS Clinical Society (EACS) (www.eacsociety.org)

La European AIDS Clinical Society è stata fondata con l’obiettivo di mettere in contatto tra loro gli operatori sanitari che lavorano nel campo dell’HIV/AIDS in Europa. Sin dal suo inizio – e in assoluta conformità alle più rigorose norme etiche – l’EACS ha fornito assistenza e trattamento alle persone con HIV, rispondendo alla pandemia tramite l’eccellenza scientifica. Una delle attività più importanti dell’EACS è l’organizzazione della European AIDS Conference.

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 L‘EMCCDA Report aggrega dati dai 28 stati membri della UE, più Turchia e Norvegia, e ricostruisce un quadro del mercato della droga, delle tendenze di consumo e dei relativi danni.

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