"Dal punto di vista emotivo, l'adolescente comune manifesta un forte senso di introspezione e di disagio... 

"Dal punto di vista emotivo, l'adolescente comune manifesta un forte senso di introspezione1 e di disagio che ha il suo apice soprattutto quando è a contatto con estranei dai quali si sente osservato ma sono assai frequenti i casi dell'adolescente scontroso e ribelle nei confronti delle convenzioni e delle autorità. (www.adolescenti.it). 
1.PSICOL Metodo di analisi fondato sullo studio scientifico della coscienza e sull'analisi dei suoi contenuti e delle sue leggi (Dizionario della lingua italiana, Hoepli)

Ho voluto riportare questa semplice descrizione, poiché mi pare che raccolga alcuni aspetti nei quali forse tutti ci potremmo ritrovare, sia nella veste di adulti che osservano adolescenti, ma anche in qualità di ex adolescenti con ancora un briciolo di memoria.

Adolescenti e introspezione

Proviamo a far ronzare nel nostro cervello una serie di aggettivi che ci hanno attribuito o che noi siamo soliti attribuire ai nostri ragazzi: pigro, indifferente, annoiato, apatico, ermetico, pensieroso, elusivo, solitario, distratto, misterioso... non so per quanto si potrebbe andare avanti! Eppure, a pensarci bene, forse dietro questi aggettivi – piuttosto squalificanti – si potrebbe nascondere un'attività di importanza vitale: l'introspezione. Difficile immaginare un'analisi come quella descritta nella voce del dizionario. Ma ben più facile è immaginare i ragazzi che guardano il cielo o girano e rigirano col motorino, affondati nel cuscino o con gli occhi bassi e la cuffia nell'orecchio. Quanto tempo trascorrono a " far nulla"? Quanto vale questo tempo che dedicano semplicemente a vagare con i pensieri, con la fantasia, con i sogni... col nulla che loro stessi dovranno in qualche modo riempire e rendere sensato?

Noi dall'esterno lo percepiamo come un vuoto. Ed è un vuoto che ci preoccupa, che ci fa stare a disagio, che ci fa rabbia perché vediamo il vuoto. Ci fa rabbia il silenzio, la porta chiusa, ci fa rabbia non sapere a cosa stanno pensando e cosa faranno fra un minuto. Ci fa rabbia starne fuori, non essere più parte di quello spazio che prima invece riempivamo in maniera essenziale. Eravamo necessari ed eravamo l'essenza del loro esistere. Ora diamo fastidio e siamo fuori. E questo ci rende incapaci di percepire cosa sta avvenendo dentro.

Poiché non lo vediamo, pensiamo che non ci sia, ma dentro c'è un lavoro (non un metodo, certo), un travaglio (non un'analisi scentifica, ovviamente) dal quale deve nascere una persona nuova, c'è una ricerca di senso (e non di leggi) talmente difficile ed ingarbugliata da rendere immobili. E noi, da fuori, confondiamo tutto questo con il nulla. E invece ad immobilizzare è proprio il "troppo" col quale il ragazzo all'improvviso si trova a dover fare i conti. Il troppo nel quale deve orientarsi, il troppo fra cui scegliere, il troppo a cui dire si o dire no.

Vabbè, e allora noi cosa possiamo fare? Stare semplicemente a guardare? Sopportare? I compiti tocca farli, gli appuntamenti hanno dei tempi da rispettare, l'orologio cammina, non aspetta che sua maestà abbia voglia di uscire dalle sue stanze...Urlare? Conciliare? Esplodere in crisi isteriche? Aspettare? Lanciare scarpe contro la porta? Ovviamente tutto questo va benissimo. Purché fra un urlo e l'altro riusciamo in qualche modo a cercare il senso di questo bisogno di stare soli ed assolutamente rinchiusi dentro se stessi. Cercarne il senso per poterne rispettare i tempi e sopportare i modi.

Vi aspetto su sonekant@inwind.it.

Natalia

 

Ritratto di Natalia Forte

Posted by Natalia Forte

In cammino, a piedi nudi: fra terra e cielo, fra realtà e immaginazione, fra presente e sogno, fra necessità e desiderio, fra regole e ideali, fra attualità e realizzazione, fra cervello ed emozioni... Dove stanno questi ragazzi quando parliamo con loro? Dove stanno con la testa? Sicuramente lontani dai piedi, sicuramente altrove, laddove noi non possiamo arrivare, dove loro non ci vogliono portare.

Perché il loro mondo può essere solo ciò che stanno respirando in questo momento. E nessun altro lo deve capire... altrimenti non sarebbe più il loro mondo.